11 Luglio 2016 – MONZA POWER RUN

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Gratificante, divertente, ‘leggera’, goliardica, da rifare tutti gli anni con le amiche…

queste alcune parole che possono descrivere la ” corsa ad ostacoli” chiamata Monza Power Run, il cui ricavato è andato a favore della ricerca alla lotta contro la leucemia… E ovviamente anche noi abbiamo contribuito partecipando divertendoci!!!

Bellissima l’atmosfera di festa, bella la location dove tra autodromo parco e paese si è svolta la gara.

La partenza, entusiasmante, è stata quella delle macchine da Formula 1 con lo stesso semaforo che useranno tra 1 mese per il gran premio di Italia. Bella e divertente la gara oltre che l’atmosfera di festa che sembrava più rilassata e gioiosa delle altre volte, delle altre gare, forse anche perché non è stata un gara competitiva ma di solidarietà. Abbiamo avuto modo di conoscere tante persone simpaticissime.

La cornice è stata quella dello splendido parco della Villa Reale di Monza (MB) con partenza dall’autodromo dove tra due mesi circa si svolgerà il Gran Premio di Italia di Formula Uno; la partenza da gran premio, con il semaforo ufficiale delle auto da corsa: prima si accendono in sequenza poi appena si spengono si scatta, rombano le.. suole delle scarpe. L’arrivo nella piazza centrale di Villasanta (MB) appena dopo esserci tuffate in una piscina da uno scivolo.

Il tempo è stato preso dopo soli 300 metri dallo start, dopo aver passato in mezzo ad un ‘imbuto’ fatto da due pneumatici, dicono per diluire meglio i 2000 atleti e non far fare la calca agli ostacoli; 10 kilometri e 20 ostacoli, poco fango (purtroppo) e tante risate con gli altri concorrenti. Ora vi spiego com’è andata.

Arrivate in piazza in centro a Villasanta, dove è previsto l’arrivo, siamo andate al deposito bagagli e subito dopo alla fermata degli autobus preposti per portarci allo start, dentro l’autodromo, in piedi sotto al sole ne abbiamo approfittato per abbronzarci quella mezzora e più di attesa.

Dopo il via l’imbuto: bisognava passare in mezzo a un pneumatico di trattore e subito dopo veniva preso il tempo, da lì partiva la gara vera e propria, il primo ostacolo da superare era nella pista vecchia, quella non più utilizzata, quella delle parasboliche più ripide del mondo, dovevi andare su e giù dalla parabolica un paio di volte, facile ma sdrucciolevole.

Il secondo ostacolo erano dei Jersey di plastica bassi, facile, si supera in qualche secondo, il terzo ostacolo ancora più facile il quarto ancora più facile il quinto divertente una scala ti portava sulla parabolica da dove scendere in modo controllato (per la ripidissima pendenza) con una corda, interessante.

Gli ostacoli in tutto sono stati 20, i kilometri 10, tutti molto facili da superare (non competitiva, aperta a tutti) sia i kilometri che erano tutti in pianura sia gli ostacoli, qui alcuni:

• tre montagne di balle di fieno, si fanno con il sorriso

• tre muri di assi (..come fosse una scala, si superavano bene)

• saliscendi dalle gradinate della tribuna.

• passaggio sotto il filo a quattro zampe, facile.

• due fossi di fango con relative montagnette, belle.

• Una piscina dove dovevi entrare sdraiata e passarla con il corpo all’insù tirandoti in avanti aggrappandoti alla grata posta sopra, divertente.

• tuboni di ‘gomma’ rivolti verso l’alto ma non in verticale, che dovevi attraversare da dentro, scivolosini.

• una montagnetta di pneumatici alla rinfusa da passarci sopra e che ti facevano salire su un cassone dal quale poi saltavi giu.

• Delle funi dove arrampicarsi, chi non riusciva… fa niente, non era obbligata.

• Uno scivolo che proseguiva per circa 50 m con tanta tanta schiuma alta quasi un metro e mezzo. se ti entrava in bocca per sbaglio o la respiravi distrattamente… ci mettevi un quarto d’ora per riuscire a respirare bene dopo.

• Abbiamo attraversato guadandolo due volte il fiume Lambro. Qui forse è meglio che non commento perché tra schifo e odore … sicuramente qualche ‘pantegana’ (termine tipico del posto per indicare toponi grossi) si è divertita ad osservarci.

L’ultimo degli ostacoli era una sorta di Monkey bar fatta con le corde e uno scivolo alla cui sommità si arriva attraverso una rete di corda e ovviamente lo scivolo porta in una piscina di fango, poco dopo l’arrivo.

Tutta sera la festa, la musica, i panini, la birra, l’atmosfera gioiosa e la premiazione: vince il gruppo più numeroso ma vince una coppa che restituirà l’anno successivo per poterla consegnare al gruppo più numeroso e così l’anno dopo, ha vinto l’amicizia e la solidarietà.

La faremo ancora il prossimo anno, ancora più volentieri, però dovrò scegliere il costumino per l’anno prossimo, assoluta mente voglio mascherarmi anche io per divertirmi ancora di più..

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